Le sfide globali che si stanno presentando per i decenni a venire sono numerose: espansione demografica, riduzione delle risorse e aumento dei costi della vita.
Secondo le ultime stime riguardanti lo sviluppo demografico del nostro pianeta, prima del 2050 dovremmo superare i 9 miliardi di persone. Considerando che già oggi circa 1 miliardo di persone soffre la fame, è compito della scienza trovare risposte a questa sfida: sfamare una popolazione mondiale in costante crescita.
Questa vertiginosa crescita demografica, esponenziale dal secondo dopoguerra ad oggi, e la relativa crescita economica dei paesi che siamo abituati a chiamare “del terzo mondo” sono i motivi per cui stiamo rapidamente esaurendo le risorse del nostro pianeta. Quindi è compito della politica riuscire a conciliare sviluppo economico e salvaguardia delle risorse naturali.
Gli ultimi mesi, infine, hanno esasperato una situazione che già si stava aggravando prima dello scoppio del conflitto Russo-Ucraino, ovvero l’aumento dei costi della vita. In un contesto in cui i rincari colpiscono tutti gli ambiti della vita compreso il settore agroalimentare, è compito degli esperti proporre alternative nutrizionali valide ai cibi nobili come la carne e i derivati che stanno subendo e subiranno i rincari maggiori.
Tradotto nei prossimi decenni servirà più cibo, a minor costo e a basso impatto ambientale.
Va detto che le risposte a problemi di questo calibro non sono mai uniche e anche in questo caso una, tra le tante possibili, sono gli insetti.
Non dimentichiamoci che oggi circa 2 miliardi di persone includono già insetti nella loro dieta, e anche in Europa qualcosa si sta muovendo dato che negli ultimi mesi sono stati autorizzati 3 specie di insetti a uso alimentare: Locusta Migratoria, Larve della farina e per ultimi, recentissimi, i grilli domestici (Acheta Domesticus). Secondo l’U.E. gli insetti rientrano nella definizione del “Novel Food” – Regolamento (CE) 2015/2283.
Parlando dei vantaggi, gli insetti possono essere una scelta alimentare valida per rispondere alle sfide del futuro che abbiamo visto, sia da un punto di vista nutrizionale che ambientale. E’ dimostrato infatti che gli insetti forniscano cibo altamente nutriente, in particolare proteine di origine animale paragonabili se non superiori a quelle presenti nel a carne e nel pesce. Inoltre l’impatto ambientale che determina la produzione di 1 kg di insetti commestibili è molto più economico che produrre 1 kg commestibile di carne, sia in termini di consumo di acqua, CO2 e suolo.
In sostanza il grande, e se vogliamo unico, ostacolo da superare è il pregiudizio culturale, di difficile superamento anche perché forse manca la giusta informazione. Siamo abituati a pensare agli insetti a uso alimentare come vengono preparati nei paesi asiatici, suscitando inevitabilmente un certo grado di disgusto secondo gli standard della cucina occidentale. Dobbiamo sapere però che il vero futuro dell’alimentazione a basi di insetti non prevede il loro utilizzo come alimenti interi essiccati o congelati, ma in polvere addizionati alle farine. Molte grandi ditte alimentari italiane stanno iniziando a interessarsi a questo mercato e chissà che a breve non inizino a comparire sugli scaffali dei nostri supermercati farine addizionate a proteine derivate da insetti.
Giovanni Cioni